Attorno alla Commissione, in tanti percorsi di elaborazione concettuale e di policy, in certi joint program su cultura e tecnologia, in tanti documenti a volte approvati, a volte circolanti in bozza, si manifesta una Europa che funziona, che dà indicazioni e indirizzi di grande interesse, che riesce e travalicare i limiti culturali e politici di tanti Stati membri (certamente del nostro), che riesce e creare un minimo comun denominatore linguistico, concettuale e di strategia su politiche pubbliche rilevanti forse più per il destino dei singoli Stati membri che non per quello dell’Unione stessa. E ciò spesso mettendo a frutto contributi e riflessioni di intellettuali e policy makers inascoltati nei loro Paesi d’origine (ancora una volta, certamente nel nostro, come si dirà).